La giunta regionale, su proposta dell'assessore alla Salute, Nicoletta Verì, ha approvato due nuovi percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta): il primo per la gestione del paziente con sindrome delle apnee ostruttive del sonno, il secondo per la fibrillazione atriale e terapia anticoagulante.
La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Osas) è un disturbo respiratorio del sonno caratterizzato da episodi ripetuti di completa o parziale ostruzione delle vie aeree superiori, che possono portare a maggiore affaticamento durante il giorno, sonnolenza, deficit cognitivi, disturbi del sonno, depressione, impotenza, cefalea e vertigini. Inoltre può causare un aggravamento (oltre a essere un fattore di rischio) per diverse patologie, tra cui ipertensione e cardiopatie. Obiettivo del nuovo Pdta è proporre una strategia organizzativa sostenibile, finalizzata all'individuazione di casi misconosciuti e alla gestione dei pazienti colpiti, razionalizzando le risorse esistenti. L'assistenza ai pazienti con Osas (conformemente a quanto disposto dall'Intesa Stato-Regioni) sarà attuata attraverso la definizione di una rete assistenziale che assicuri interventi di prevenzione, diagnosi e cura, oltre che di supporto a pazienti e familiari. La rete si baserà su una stretta collaborazione tra medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, medico competente, ambulatori specialistici territoriali e ospedalieri, servizi e dipartimenti di prevenzione, favorendo una forte integrazione tra le diverse branche specialistiche coinvolte (pneumologia, neurologia, otorinolaringoiatria, odontoiatria, cardiologia e diabetologia, chirurgia maxillo-facciale, fisiatria, medicina della nutrizione). Il modello è finalizzato ad assicurare la massima appropriatezza degli interventi e delle prestazioni, minimizzando la soggettività delle decisioni e delle strategie assistenziali, così da uniformare i protocollo in tutte le Asl regionali.
Attualmente non esistono per la popolazione italiana dati sulle Osas basati sugli attuali criteri diagnostici clinico-strumentali. Analizzando le schede di dimissione ospedaliera, però, è possibile stimare per l'anno 2017 un numero di pazienti di poco inferiore ai 1500, con una prevalenza dei casi nella Asl di Pescara, seguita da quella di Lanciano-Vasto-Chieti. La fascia di età più colpita è quella tra 0 e 44 anni, con il 34 per cento dei casi.
La fibrillazione atriale, invece, è una tachiaritmia sopraventicolare, che può presentarsi in varie forme. Si tratta di una patologia che può aumentare fino a 5 volte il rischio di ictus, con conseguenze più gravi sia in termini di mortalità che di invalidità residua.
Anche in questo caso la realizzazione di un Pdta specifico nasce dalla necessità di standardizzare criteri condivisi per la diagnosi, la terapia e l'assistenza dei pazienti. Il protocollo consente di identificare gli attori responsabili e i rispettivi ruoli all'interno dei percorsi di cura; uniformare il più possibile le modalità e l'efficacia delle cure prestate ai pazienti con fibrillazione atriale; ridurre i tempi di attivazione delle procedure e abbattere così le liste d'attesa; definire le attività da svolgere e gli indicatori di monitoraggio; scambiare informazioni; ridurre i costi elevati che gravano sul sistema sanitario nazionale dovuti alla diagnosi tardiva della fibrillazione atriale. La realizzazione del Pdta, dunque, permetterà di definire in modo chiaro e condiviso un percorso di cura in grado di garantire una diagnosi precoce; integrare la pluralità degli interventi; garantire l'appropriatezza delle prestazioni; migliorare la qualità dell'assistenza; garantire la presa in carico del paziente senza frammentazione del percorso; gestire correttamente la patologie riducendo le complicanze; garantire equità di accesso ai trattamenti sul territorio nazionale; garantire una maggiore sostenibilità del sistema.
In Abruzzo la fibrillazione atriale riguarda circa 37mila persone.