La cefalea, intesa come patologia, corre on line già a 10 anni, dovuta a connessioni internet per molte ore al giorno che ‘entrano’ nella psiche, finiscono per ‘saccheggiare’ il sonno e mutarsi in malattie da cui si esce, e non sempre, solo al termine di laboriosi percorsi terapeutici. I casi di cefalea, cronica e non, legati alla dipendenza da internet, sono alla base di circa il 40 per cento dei disturbi del sonno degli adolescenti che, per atteggiamenti spesso troppo permissivi dei genitori, vengono colpiti da patologie che si cronicizzano. Basti pensare che, su 800 visite l’anno compiute dall’unico ambulatorio in Abruzzo delle cefalee dell’età evolutiva, che opera all’interno dell’ospedale San Salvatore dell'Aquila, quasi la metà, 390, riguardano casi di cefalee croniche.
Si tratta di disturbi molto seri che, soprattutto tra 12-15 anni, si rilevano devastanti per l’equilibrio psico-fisico e per il rendimento scolastico. “Gli adolescenti sono cattivi dormitori - sottolinea la professoressa Elisabetta Tozzi, che dirige l’ambulatorio - e saltano molte ore di sonno, soprattutto per l’uso di internet. Ciò rappresenta un’angoscia costante di molti genitori che conducono a visita i figli che non 'dormono' mai e che vengono colpiti da cefalee invalidanti. Più in generale in Abruzzo il sonno è stato disturbato dallo stress legato al sisma del 2009 e a quello di Amatrice che ha risvegliato molte problematiche legate all’ansia”.
Oltre all’overdose di internet, come confermano studi della Asl, a far schizzare in alto il valore delle emicranie croniche è il fenomeno del bullismo nella aule didattiche. L’ambulatorio per le cefalee dell’età evolutiva dell'Aquila, che fa capo al centro regionale di riferimento diretto dal professor Antonio Carolei, nei primi mesi del 2016 ha messo in atto un progetto all’interno dell’istituto comprensivo ‘Gianni Rodari’ dell'Aquila. Dallo studio, condotto dalla Tozzi insieme alla pedagogista Diana Biscaini, “è emerso che, su 105 studenti dell’istituto, 9 sono vittime di bullismo, un dato giudicato abbastanza allarmante dagli addetti ai lavori.
“È ormai chiaro - aggiunge la Tozzi - che il bullismo a scuola e sui social network rappresenta per gli adolescenti e i bambini un problema reale in grado di far insorgere malesseri fisici (mal di testa, mal di pancia, nausee ecc.) che possono cronicizzarsi e mandare in pezzi il rendimento scolastico, minare il sonno e alterare seriamente l’equilibrio psicofisico. Molte cronicizzazioni di cefalee, ovvero la presenza del sintomo per più di 15 giorni al mese per più di tre mesi, sono attribuite alle problematiche scolastiche che in alcune realtà possono superare anche il 40 per cento”.