Un weekend record, con 4 trapianti di rene, all’insegna di un fatto eccezionale: due degli organi prelevati, che erano fusi a ferro di cavallo, sono stati prima divisi e poi trapiantati. Nel fine settimana scorso, all’ospedale dell'Aquila, il centro regionale per Abruzzo e Molise, oltre a trapianto dei reni, è stato impegnato in una ‘manovra’ chirurgica piuttosto complessa, tesa a separare i 2 reni (dei complessivi 4 prelevati) saldati insieme nell’organismo della persona da cui sono stati prelevati.
Una situazione rara, risolta grazie agli avanzati strumenti tecnologici e alla perizia dei chirurghi del centro regionale trapianti del San Salvatore, diretta dal professor Francesco Pisani, affiancato dai suoi collaboratori, Luigi Bonanni e Quirino Lai, coordinati dal direttore del reparto di urologia Luigi Di Clemente. I 4 reni sono stati trapiantati in altrettanti pazienti, 3 uomini e una donna, tutti abruzzesi, già dimessi nei giorni scorsi, di età compresa tra 40 e 60 anni.
Dal primo gennaio a oggi sono stati 13 i trapianti eseguiti. Si tratta di una cifra rilevante non solo perché concentrata in poco più di 2 mesi di attività (gennaio-febbraio scorsi) ma anche perché i 13 trapianti sono quasi la metà di quelli che, in media, si effettuano in un anno. Tra l’altro, all’interno di questa serrata cadenza di inizio 2017, vi è stata anche una prestazione ben al di sopra dell’ordinario: il prelievo del rene da paziente in vita, in modo completamente laparoscopico (piccoli fori anziché taglio totale), seguito dal trapianto. E’ il primo intervento del genere in Abruzzo, a ribadire i picchi di eccellenza professionale maturati in anni di attività.
Il centro dell'Aquila, in 12 anni di attività, ha eseguito circa 500 trapianti.