E' stata sottoscritta la convenzione tra l'Agenzia Sanitaria Regionale e il Dipartimento di Medicina Clinica e Sanità Pubblica dell’Università dell’Aquila, per la realizzazione di un progetto di studio - tra i primi in Italia - che punta alla creazione di un sistema di sorveglianza per il monitoraggio degli effetti sulla salute delle popolazioni colpite da calamità naturali.
"La comunicazione sullo stato di salute e sui rischi per la salute della popolazione esposta a un evento disastroso - commenta l'assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci - è di importanza strategica per il buon esito dell’assistenza. Noi vogliamo prefigurare in Abruzzo un modello che dovrà essere oggetto di riflessione e di organizzazione in ambito nazionale. L’Abruzzo, con l’Aquila, è il candidato ideale per ospitare un Osservatorio prima regionale e poi nazionale sulla salute delle popolazioni esposte a disastri naturali”. Il progetto metterà a sistema i dati delle ospedalizzazioni, del consumo dei farmaci, della morbilità nelle aree geografiche colpite da eventi calamitosi, per operare un’approfondita analisi delle variabili anagrafiche e sanitarie di interesse, rilevanti ai fini della tutela delle popolazioni esposte a catastrofi.
“L’idea di un osservatorio epidemiologico – aggiunge la professoressa Leila Fabiani, coordinatrice del progetto per conto dell'Università dell'Aquila – è nata dal documento di intenti sottoscritto in occasione del convegno nazionale dell’AIE (Associazione Italiana di Epidemiologia), che si è svolto all’Aquila ad aprile dello scorso anno e dove si sono confrontati studiosi e ricercatori di tutta Italia. Nonostante l’epidemiologia italiana possa vantare una consolidata esperienza nella sorveglianza di popolazioni esposte a catastrofi ambientali, si ravvisa l’esigenza della elaborazione di un protocollo di sorveglianza dei danni precoci alla salute, propedeutico alla possibile istituzione di un Osservatorio delle popolazioni esposte a disastri”.
“Nelle fasi di medio e lungo termine delle emergenze - aggiunge Alfonso Mascitelli, direttore dell'Agenzia Sanitaria Regionale - non esistono procedure per mettere in essere con tempestività piani di sorveglianza e ricerca sulla salute, che siano stati definiti in precedenza con protocolli generali e adattabili quindi alle specifiche circostanze. Per questo nasce il nostro progetto, che è tra i primi in Italia”. (FRAFLA)