Con un contatto audio-video a distanza, il medico parla col paziente che sta casa, controlla i valori clinici, gli fissa la terapia da seguire a domicilio, evita il ricovero in ospedale e recupera posti letto da utilizzare per casi acuti. Nella settimana scorsa, dall’Ex Onpi di L’Aquila, i medici della Asl hanno stabilito un collegamento telematico con un paziente che abita in una casa situata nel cratere sismico di Montereale, effettuando il primo test di un progetto di telemedicina, chiamato Telepallium, tra i primissimi in Italia. La prova di controllo del malato a distanza, che sta per aprire la strada a un nuovo modello di assistenza da applicare in tempi brevi a un numero elevato di pazienti in provincia dell'Aquila, è stata effettuata dal servizio di terapia del dolore e delle cure palliative della Asl, diretto dal prof. Franco Marinangeli. Una metodica, già messa a punto e che verrà attuata a regime nei prossimi mesi nelle diverse aree della provincia, che traduce nella pratica il filone della telemedicina di cui in Italia si parla spesso senza però attuazioni concrete. Lo specialista, con questo nuovo approccio, potrà trattare i pazienti a domicilio, senza muoversi dalla sede di lavoro e con la possibilità, in base al riscontro del controllo effettuato a distanza, di curare il malato a casa senza trasferirlo in ospedale. “Questo sistema di assistenza - spiega il manager della Asl, Rinaldo Tordera - consente di avere un contatto continuo dei medici con i malati a domicilio, di adeguare rapidamente le terapie senza spostare il paziente e soprattutto di ridurre i ricoveri in ospedale. Un orientamento che va nella direzione del piano sanitario della regione che potenzia il territorio e dà all’ospedale un ruolo preciso, quello di accogliere e curare i pazienti con malattie acute”.
Col nuovo sistema si possono trasmettere tutti i più importanti parametri vitali (Elettrocardiogramma, pressione arteriosa, saturazione di ossigeno nel sangue, peso, movimento, dolore). Nei prossimi mesi sarà un operatore, localizzato nella sede dell’ex Onpi dell’Aquila, a ricevere e gestire i parametri dei pazienti sul territorio provinciale. Tramite il contatto in video e voce, il medico potrà aggiustare la terapia e, se necessario, chiedere l’intervento del medico di famiglia e dello specialista. Oltre al grande vantaggio del paziente di curarsi a casa, ci sarà un risparmio importante per le casse della sanità, tenendo conto che una giornata di ricovero costa circa 1.000 euro. Peraltro, in linea col filone della telemedicina, c’è un importante progetto, che sarà attuato nei prossimi mesi, finalizzato
ad ottimizzare le cure a domicilio su pazienti oncologici, definito “ICare’ e inserito nel programma Horizon 2020. E’ frutto della collaborazione tra Università dell'Aquila, Dipartimento di scienze cliniche applicate e biotecnologiche e l’Unità operativa complessa di anestesia, rianimazione, terapia del dolore e cure palliative della Asl. “L’obiettivo - afferma Marinangeli - è monitorare a distanza in tempo reale l’assunzione delle terapie, i sintomi e gli effetti collaterali dei pazienti oncologici, con un flusso continuo di informazioni tra paziente e medico. Saranno così trattati tempestivamente gli effetti collaterali delle terapie orali assunte a domicilio, ridotti i rischi di errore medico, uniformati i trattamenti medici e risparmiate risorse”. Al progetto collaboreranno i volontari dell’associazione V.A.Do. (volontariato per l’Assistenza Domiciliare) e ‘Tre Angeli per la Vita’.