Il Sangro-Aventino diventa luogo di innovazione nell’assistenza ai malati cronici. E’ in questo territorio che da diverse settimane sono state avviate esperienze di Tecnoassistenza finalizzate ad assicurare il controllo a distanza, dal domicilio del paziente, di alcuni parametri clinici e di sorveglianza precoce di eventuali eventi acuti. La finalità è migliorare la gestione delle malattie croniche, partendo dal diabete, ma solo in questa fase di start, perché a breve lo stesso regime sarà esteso anche alle broncopneumopatie, allo scompenso cardiaco e ai pazienti che assumono farmaci anticoagulanti. L’innovazione è stata presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Roccascalegna, presso il domicilio di una paziente affetta da diabete già arruolata. Erano presenti il Direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Pasquale Flacco, il coordinatore del progetto, Pasquale Falasca, Angelo De Luca dell’ambulatorio della fragilità, il medico di medicina generale Antonello Tozzi, l’assessore regionale alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci, e il sindaco del paese, Domenico Giangiordano. Il servizio viaggia su una connessione triangolare tra una centrale infermieristica, attiva 12 ore al giorno dal lunedì al sabato, un portale assistenziale, accessibile via Web attraverso credenziali concesse agli utenti autorizzati, e il paziente. Quest’ultimo viene dotato di un kit composto da una centralina di comunicazione per la raccolta via bluetooth delle misurazioni raccolte dagli strumenti forniti dall’Azienda e lo scambio di dati con il portale clinico, che avviene attraverso una sim card interna oppure dalla linea telefonica analogica domestica. Il portale clinico permette poi alla centrale di raccogliere tutte le misurazioni inviate dai dispositivi medicali, eseguire un triage e generare un segnale di allarme in presenza di valori anomali rispetto ai range definiti, oltre a ricevere e generare messaggi per permettere la condivisione delle informazioni tra i soggetti coinvolti e comunicare col paziente. Il sistema è concepito come una sorta di “grande fratello” che tiene d’occhio per ogni paziente il percorso di diagnosi, cura e assistenza, perché controlla le attività svolte, ha funzione di memorandum per esami da ripetere e visite specialistiche da fare, riportando il tutto in un report che tiene conto di parametri clinici e dei vari episodi assistenziali e di cura. Una sorveglianza così stretta di parametri come glicemia, pressione arteriosa e peso corporeo, permette di monitorare la patologia, verificare la corretta assunzione della terapia e prevenire, o quantomeno ridurre, episodi di scompenso che spesso sfociano in ricoveri in ospedale. «Per primi in Abruzzo stiamo sperimentando la tecnoassistenza in molti Comuni dell’entroterra - ha messo in evidenza il direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Pasquale Flacco - come Lama dei Peligni, Torricella Peligna, Gissi, Roccaspinalveti, notoriamente più distanti dai luoghi di cura, e per questo con una naturale vocazione ad accogliere il controllo a distanza dei malati cronici attraverso le tecnologie digitali. E’ ancora un passo avanti verso la medicina del territorio, ma con un approccio rovesciato: intercettiamo il bisogno anticipando gli eventi avversi prevedibili, monitorando i pazienti cronici anche attraverso servizi aggiuntivi come l’ambulatorio delle fragilità e l’ospedale di comunità, attivati da tempo e che rappresentano un importante punto di riferimento per le popolazioni dell’entroterra». «Questa mattina abbiamo assistito a un racconto live di come sta cambiando l’assistenza sanitaria - ha precisato Paolucci - e di come venga per gradi concretizzato quel riequilibrio dei servizi necessario per dare uguali opportunità di salute ai cittadini delle aree interne. I programmi e gli investimenti della Regione vanno in questa direzione, come dimostrano anche gli otto milioni di euro, di cui 4,3 milioni già erogati, destinati a sviluppare la tecnoassistenza su tutto il territorio abruzzese riferita a una popolazione stimata in ottomila pazienti. Analoga cifra è stata destinata ai distretti e alle unità di cure primarie. La medicina del territorio è questa».