È stata approvata dalla Giunta regionale, su proposta dell'assessore alla Sanità, Silvio Paolucci, la delibera che detta disposizioni sugli adempimenti attuativi del Riordino della Residenzialità Psichiatrica. La delibera, attraverso una radicale riorganizzazione del modello assistenziale della riabilitazione psichiatrica, stabilisce tempi e modalità operative per la nuova gestione dei servizi territoriali dedicati all'area della salute mentale, per far fronte alle diverse esigenze dei pazienti e ad una effettiva presa in carico delle persone con disagio e disturbo mentale.
Con la delibera prende corpo in Abruzzo tutta la riorganizzazione delle strutture della vecchia rete di residenzialità psichiatrica, prevedendo da un lato la riconduzione dell'offerta esistente agli standard nazionali, e dall'altro la ricollocazione dei pazienti attualmente ospitati presso le strutture che saranno interessate alla riorganizzazione, secondo un percorso assistenziale personalizzato, accompagnato dalle equipe multidisciplinari delle Unità di Valutazione Multidimensionale. Con il nuovo modello assistenziale i pazienti non più necessitati di riabilitazione psichiatrica ad alta intensità assistenziale, potranno avere a disposizione nuove strutture di residenzialità cosiddetta "leggera" ossia socio-riabilitativa, e in altri casi tramite piani di graduale reinserimento dei pazienti, che ne presentano le caratteristiche, nella vita sociale. Attualmente, in Abruzzo, le ricognizioni effettuate dalle competenti Unità di Valutazione Multidimensionale hanno consentito di verificare che circa il 60% dei pazienti, attualmente in carico a strutture psicoriabilitative, hanno bisogno di setting assistenziali a minore intensità e di percorsi assistenziali personalizzati.
"Abbiamo voluto riorganizzare e ristrutturare una rete di servizi necessari alle persone con disagio mentale, - ha dichiarato l'assessore Paolucci - tenendo conto sia della complessità e variabilità dei bisogni assistenziali e sia fondando la cura e la riabilitazione su percorsi flessibili, veramente finalizzati al miglior benessere del paziente e non appiattiti sulla loro istituzionalizzazione all’interno dei luoghi di ricovero. Siamo intervenuti, per la prima volta dopo oltre dieci anni, muovendoci su due direttrici. La riorganizzazione della rete dell'offerta pubblica nell'area della salute mentale, che storicamente in Abruzzo è stata monopolio del privato, accogliendo la disponibilità delle aziende sanitarie a intervenire con proprie strutture sia per i trattamenti terapeutico-riabilitativi a carattere estensivo e sia per gli interventi residenziali socio-riabilitativi. La parte pubblica rinnova la sua presenza con 154 posti letto di residenzialità psichiatrica. La seconda direttrice è l'appropriatezza delle cure per cui, in linea anche con gli indirizzi dei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), la programmazione regionale ha previsto, in una fase di transizione, la rivalutazione di tutti i pazienti attualmente ospitati all'interno delle strutture regionali ed extraregionali, in carico da un periodo pluriennale di permanenza, non più idonei al setting assistenziale psicoriabilitativo, ma non essendo autosufficienti sono pazienti che necessitano di un livello medio di assistenza in setting più appropriati. In questo modo, passeremo da una fase di istituzionalizzazione del paziente che ha consentito la permanenza in Abruzzo della anomalia storica di 446 posti letto del privato, in contrasto con gli standard nazionali ad una riorganizzazione che prevederà una integrazione pubblico-privato, con 268 posti di riabilitazione a carattere intensivo ed estensivo ed oltre 110 posti di residenzialità socio-sanitaria, a cui si aggiungerà un affiancamento di altri posti aggiuntivi di residenzialità sia per i pazienti in età anziana e sia per i pazienti non ancora autosufficienti, che non possono essere ancora reinseriti nella vita familiare. Abbiamo messo in campo, - prosegue l’assessore- un progetto e un obiettivo ambizioso, per il quale bisogna mettere in conto ancora difficoltà , ostacoli economici o burocratici, ma finalmente si è imboccata la strada del rispetto dei diritti delle persone che vivono le difficili problematiche del disagio mentale".