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Disturbi alimentari, Paolucci: "Nessuna penalizzazione per il Centro di Popoli"

"Non ci sarà nessun depotenziamento del Centro disturbi del comportamento alimentare dell'ospedale di Popoli". Lo assicura l'assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci, raccogliendo l'invito dell'assessore alle politiche sociali Marinella Sclocco, a fare chiarezza sul futuro della struttura. Nei giorni scorsi la Sclocco, condividendo le preoccupazioni sollevate dagli utenti - che temono una penalizzazione del Centro, in coincidenza della riorganizzazione delle rete ospedaliera in fase di attuazione - aveva inviato una nota a Paolucci, chiedendo di fornire rassicurazioni. I timori sono legati alla circostanza che nel piano di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, è previsto il trasferimento dell'Unità operativa complessa di Medicina dell'ospedale di Popoli, a cui il Centro disturbi alimentari afferisce e di cui è parte integrante, nell'ottica di un percorso terapeutico articolato. "Il setting di cura del Centro - scrive la Sclocco - prevede infatti il trattamento sia in regime ambulatoriale, che in eventuale ricovero ordinario presso l'Uoc di Medicina, dove sono previsti posti letto dedicati per gestire forme gravi di malnutrizione e complicanze fisiche". L'assessore Paolucci, però, spiega che lo spostamento della Uoc non avrà alcun effetto sull'operatività del Centro. "A Popoli - sottolinea - rimarranno comunque attivi i posti letto necessari agli eventuali ricoveri dei pazienti in trattamento e dunque per gli utenti non cambierà nulla. In un'ottica di miglioramento della qualità dell'offerta sanitaria, infatti, non avrebbe alcun senso mortificare quelle strutture che funzionano e che svolgono anche un servizio sociale a favore dell'intera comunità regionale. Il Centro disturbi del comportamento alimentare è un'eccellenza, che garantisce l'accesso alle cure a tutti i cittadini che si trovano a combattere con una patologia purtroppo sempre più diffusa, e che altrimenti rimarrebbero senza assistenza, perché magari non hanno i mezzi per rivolgersi a strutture private".  (FRAFLA)

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