Troppo alcol e troppi bevitori ad alto rischio, fanno della provincia dell’Aquila l’area abruzzese con un consumo nettamente superiore alla media nazionale (il 20 per cento contro il 17 del dato italiano), staccata di molto dalle altre zone della regione, che invece si attestano tra il 5 e il 13 per cento. Il dato è emerso da un’indagine, condotta dalla Asl e riferita agli anni tra il 2012 e il 2015. E’ stata condotta col metodo Passi, ormai consolidato e studiato da autorità sanitarie e internazionali, tra cui l’Istituto superiore di sanità.
Cosa ha riguardato nello specifico l’analisi sul consumo di alcol? Un gruppo specializzato di operatori della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, appositamente formato, ha contattato un campione di popolazione, tra 18-69 anni, selezionato secondo criteri prestabiliti. Il campione di cittadini, previa lettera di avviso della Asl a domicilio con l’indicazione dello scopo dell’indagine, è stato intervistato utilizzando appositi questionari, predisposti secondo standard internazionali.
Con questo sistema la Asl, tra il 2012 e il 2015, ha intervistato 1.035 persone con l’intento di valutare la portata del consumo di bevande alcoliche. Sulla base dei risultati del campione esaminato, è del 24 per cento la percentuale di persone ad alto rischio-alcol che si traduce in una stima di circa 41mila adulti della popolazione provinciale. Gli assuntori più esposti al pericolo di ammalarsi sono coloro con un elevato consumo di alcol (4 per cento), che lo consumano abitualmente fuori pasto (11 per cento) o che lo assumono con modalità binge (cioè: più di 5 lattine di birra, più di 5 bicchieri di vino o di 5 bicchierini di superalcolici in una singola occasione).
Le fasce di età più colpite sono quella tra i 18 e i 24 anni e quella tra i 25 e i 34 anni. Oltre questa soglia anagrafica, il consumo scende progressivamente: si abbassa tra 35-49 e assume valori molto contenuti tra 50-69 anni.
Quasi 12 persone su 100, tra conducenti di autovetture, hanno guidato sotto l’effetto dell’alcol, negli ultimi 30 giorni dell’intervista, dopo aver bevuto più lattine di birra o bicchieri di vino o superalcolici. L’analisi conferma che la provincia aquilana‘sfora’ nettamente i valori nazionali e, dato ancora più preoccupante, tra i giovani. Infatti il 16 per cento dei conducenti tra 18 e 24 anni guida alzando il gomito, rispetto al 7 per cento italiano. La guida in stato di ebbrezza è riferita più agli uomini (16 per cento contro il 4 delle donne), senza marcate differenze per età, livello di istruzione e reddito.
“Va ricordato che l’abuso di alcol - spiega Cristiana Mancini, coordinatrice della ‘squadra’ di operatori Asl che hanno lavorato al progetto - costituisce uno dei principali fattori di rischio di malattie croniche come tumori, patologie cardiovascolari, cirrosi al fegato e diabete e provoca, oltre a incidenti stradali, infortuni sul lavoro, violenze e suicidi”.
Il gruppo della Asl che ha condotto lo studio è composto da: Antonella Addiechi, Marina Coppola, Nunziatina Antidormi, Cleofe Gentile, Dora Mosesso, Maria Rita Orsini, Sonia Severini e Maria Concetta Zavarella.