Un investimento di 4 milioni di euro, per dare una speranza a adulti e bambini malati di tumore, leucemie, linfomi, mielomi, sclerosi multipla o altre patologie degenerative, che in un futuro non troppo lontano potranno curarsi con le cellule staminali. E’ stato inaugurato, all’interno dell’ospedale di Pescara, il laboratorio di manipolazione cellulare criobiologica, in cui partirà immediatamente un percorso di sperimentazione, della durata di almeno un anno, al termine del quale sarà richiesta la certificazione all’Aifa (l’agenzia italiana del farmaco) e avverrà la prima somministrazione su un paziente. Nella Cell Factory, istituto di tessuti e biobanche, lavoreranno biologi, biotecnologi e farmacisti, che si occuperanno di produrre cellule manipolate, crioconservate e rigenerate, grazie a retrovirus che arriveranno dalla Germania e che serviranno a realizzare la mutazione genetica, allo scopo di distruggere le cellule malate. Nella struttura sono state realizzate 3 “camere bianche” per la produzione di medicinali, e a breve arriverà anche un’apparecchiatura (il Prodigy) per la produzione di cellule ingegnerizzate geneticamente. Il dipartimento di ematologia dell’ospedale di Pescara, diretto da Paolo Di Bartolomeo, ogni anno esegue tra gli 80 e i 90 trapianti di midollo osseo e recentemente ha ottenuto l’accreditamento Jacie, centro diagnosi dei linfomi, malattie emorragiche e trombotiche, che ha permesso anche l’avvio della Cell Factory, che potrà assistere pazienti provenienti da tutta Italia. La fase di studio sperimentale della Cell Factory durerà, come detto in precedenza, tra i 12 i 18 mesi. Successivamente sarà presentata richiesta all’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per l’autorizzazione alla produzione di prodotti medicinali cellulari, in "stretto regime di norme di buona fabbricazione", vale a dire idonei all'utilizzo dopo gli studi clinici. Al momento, però, non è possibile prevedere i tempi nè della sperimentazione (condotta secondo i più rigorosi criteri scientifici ed etici, in ottemperanza alla normativa in materia), nè della fase autorizzativa. A oggi, quindi, i tumori e le altre patologie neurologiche continueranno a essere trattate con le terapie "tradizionali".