Una grande festa, quella che un paziente 61enne ha voluto fare con tutto il personale delle Cardiochirurgia e della Rianimazione Cardiochirurgica dell’ospedale di Teramo. Una festa per celebrare la sua “rinascita”. L'uomo, affetto da una gravissima forma di cardiopatia che gli aveva provocato un importante scompenso cardiaco, nel luglio scorso aveva dovuto sottoporsi ad intervento di sostituzione della valvola mitralica. Al termine dell’intervento però, a causa della già grave insufficienza cardiaca complicata anche da altre patologie, il cuore del paziente non aveva riacquistato una funzionalità tale da consentirne la sopravvivenza. I medici hanno deciso, così, di praticare una terapia molto complessa e importante, che richiede l’uso di apparecchiature sofisticate ma che, soprattutto, richiede che venga costituito un gruppo di lavoro multisciplinare che ricomprenda medici di diverse specialità, considerata la delicatezza del trattamento, correlato spesso a problematiche circolatorie, respiratorie, coagulative, infettive, ecc., e la necessità di assistenza continua del paziente. Si tratta di una terapia denominata ECLS (acronimo di Extracorporeal Life Support), che viene praticata presso la Rianimazione Cardiochirurgica di Teramo diretta dal Dr. Francesco Taraschi, utilizzando l’ECMO (acronimo di Extracorporeal Membrane Oxigenator), cioè un macchinario costituito da una pompa centrifuga che assicura, vicariando il cuore divenuto insufficiente nella sua funzione, una adeguata circolazione di sangue in tutti i territori del corpo, e da un ossigenatore che assicura una corretta ossigenazione dei tessuti aiutando i polmoni nativi del paziente quando l’efficienza di questi ultimi è compromessa. Per questa sua duplice funzione esso viene utilizzato nel trattamento dei pazienti con grave insufficienza cardiaca, con grave insufficienza respiratoria e nel trattamento delle gravi forme di ipotermia accidentale come per esempio nei pazienti seppelliti da valanghe. Il 61enne è rimasto in ECMO per circa dieci giorni prima che gradualmente venisse ridotto il supporto circolatorio fino alla sua completa sospensione avvenuta con successo e con ottimo recupero della funzione contrattile del cuore. Il paziente è stato inoltre sottoposto a tracheotomia per meglio supportare la funzione respiratoria, a Contropulsazione Aortica per migliorare il flusso coronarico e favorire lo svuotamento del cuore ed a trattamento con emofiltrazione extracorporea con un nuovo filtro capace di rimuovere la maggior parte delle sostanze responsabili dell’infiammazione generalizzata che spesso complica questo tipo di trattamenti. Dopo 24 giorni di cure intensive, il paziente ha continuato la sua degenza per qualche altro giorno in Cardiochirurgia, per poi essere dimesso e sottoposto a terapie riabilitative. La multidisciplinarità a supporto della tecnologia e all’esperienza in possesso del Team della Cardiochirurgia e della Terapia Intensiva Cardiochirurgica teramana, nonché l’altissima professionalità dimostrata nella gestione di un paziente così complesso, oltre alla immensa soddisfazione di essere riusciti con tanto lavoro ad assicurare la sopravvivenza ed il completo recupero del paziente, dimostrano che il lavoro di équipe e l’affiatamento tra i vari professionisti portano ad ottimi risultati, e che la sanità e le professionalità presenti nell’Ospedale di Teramo sono un motivo di orgoglio ed una sicurezza per i cittadini teramani che possono contare su una struttura capace di rispondere con efficienza alle richieste di alta qualità professionale.