Per la prima volta nell’ospedale di Chieti è stato applicato il pacemaker più piccolo al mondo, pari a due grammi di peso e circa due centimetri di grandezza. Si tratta dell’impianto con tecnica mini-invasiva del sistema di stimolazione intracardiaco transcatere Micra Transcatheter Pacing System (TPS). Il dispositivo è stato applicato dal direttore dell’Aritmologia del “SS. Annunziata”, Enrico Di Girolamo, a un paziente 83enne con fibrillazione atriale permanente bradifrequente. «Il paziente sta bene - spiega Di Girolamo - e da oggi, grazie a questo intervento, potrà tornare ad avere una normale frequenza cardiaca e non sarà più soggetto ad affanni durante gli sforzi». Grazie al pacemaker prodotto da Medtronic sono state superate una serie di problematiche legate al normale pacemaker monocamerale. A differenza delle tradizionali procedure, infatti, il Micra TPS, in virtù delle sue dimensioni estremamente ridotte e della tipologia di ancoraggio all’interno del cuore, non necessita di alcun filo o elettro-catetere di connessione. Inoltre, non richiede incisioni nel torace né la creazione di una tasca in sede sottocutanea, eliminando così il rischio di potenziali complicazioni, soprattutto infettive. «Non si tratta di un intervento chirurgico vero e proprio - afferma Di Girolamo -. Si procede pungendo la vena femorale, la si dilata con una serie di introduttori a calibro crescente e si risale, infine, con un dispositivo che libera il pacemaker, lo si orienta nel ventricolo cercando la posizione più adatta e lo si rilascia nel sito d’ancoraggio. Questa procedura non provoca cicatrici, ma solo un piccolo taglio al linguine. Inoltre, grazie alle dimensioni ridotte, Micra risulta invisibile sul corpo dell’individuo». Con questo nuovo dispositivo, come per ogni altro pacemaker, il paziente deve sottoporsi a un ciclo di controlli postoperatori. Tuttavia, «grazie alla sua tecnologia wireless, è possibile fornire un servizio di monitoraggio a domicilio con un telefono GSM che, tutte le notti o in un determinato momento della giornata deciso precedentemente, interroga il pacemaker inviando una mail o un sms allo specialista in caso di malfunzionamenti o problematiche cliniche». Presso l’Ospedale di Chieti nel 2015 sono stati impiantati circa 300 pacemaker di cui il 25 per cento monocamerali. In media circa 60-70 persone solo nella provincia di Chieti e 300 in tutta la regione Abruzzo hanno avuto bisogno del pacemaker monocamerale per ripristinare un ritmo cardiaco adeguato. Questo perché l’incidenza della fibrillazione atriale aumenta con l’età e raddoppia per ogni decade di vita. Spesso, «questi pazienti hanno 30 battiti al minuto, ciò significa che ogni minimo sforzo provoca loro affanno e dispnea (la frequenza cardiaca normale è compresa tra i 60 ed i 100 bpm) - prosegue Di Girolamo -. I sintomi più comuni sono i capogiri, la perdita di conoscenza, l’astenia, quindi il senso di stanchezza, la dispnea e l’affanno da sforzo. Chiaramente, un enorme deficit per la loro qualità di vita». «Mi auguro che si tratti solo del primo di una lunga serie di impianti con il nuovo Micra TPS perché i vantaggi, per il paziente, sono indiscutibili. Sono certo, inoltre, che da qui a pochi anni diventerà l’intervento di routine per tutti coloro che avranno bisogno di un pacemaker monocamerale nella nostra Regione - conclude Di Girolamo -. Ringrazio la Direzione aziendale della Asl Lanciano Vasto Chieti per la sollecita e lungimirante collaborazione nell’acquisto di questa nuova tecnologia che permette, ancora una volta, all’unità operativa di Aritmologia di garantire ai pazienti cure all’avanguardia».