Rosolia
La rosolia è una malattia infettiva, molto contagiosa, causata da un virus a RNA, appartenente al genere Rubivirus, della famiglia dei Togavirus, che si localizza in vari organi e tessuti. Prima dell'introduzione dei vaccini antirosolia, almeno l’80% delle persone venivano infettate dal virus prima dei 20 anni.
Molto spesso la rosolia non si presenta con segni clinici evidenti e con una sintomatologia ben definita, per cui le infezioni possono passare del tutto inosservate. La malattia è particolarmente rischiosa, invece, quando viene contratta durante la gravidanza. Il virus, infatti, passa attraverso la placenta e può infettare l'embrione o il feto, generando aborto spontaneo, morte intrauterina e gravi malformazioni fetali (sindrome della rosolia congenita). Il rischio di malformazioni fetali gravi è massimo quando la rosolia viene contratta nel primo trimestre di gravidanza, mentre le infezioni contratte dopo la ventesima settimana raramente provocano malformazioni congenite.
La rosolia è, come il morbillo, una malattia endemo-epidemica, sempre presente nelle collettività, con picchi epidemici ogni 7 anni e più.
La malattia, sia in forma clinicamente evidente, che di infezione inapparente, lascia un’immunità (protezione nei confronti di successive infezioni) che dura per tutta la vita. Anche l’immunità indotta dal vaccino è di lunga durata.
Spesso la rosolia non si presenta con segni clinici evidenti e con una sintomatologia ben definita.
I sintomi tipici compaiono dopo un periodo di incubazione, che va da un minimo di 12 ad un massimo di 23 giorni (solitamente 16-18 giorni); si ha comparsa di febbre, mal di testa, dolori alle articolazioni, raffreddore e gonfiore dei linfonodi posti ai lati delle orecchie e dietro la nuca.
Sul viso e sul collo compaiono macchioline leggermente sollevate, di colore roseo o rosso pallido, molto meno fitte di quelle del morbillo e senza alcuna tendenza a confluire tra loro. Questa eruzione cutanea, sotto forma di esantema, si estende successivamente al resto del corpo per scomparire nel giro di due o tre giorni.
Un bagno o una doccia caldi rendono più evidente l’esantema, che non compare affatto in circa il 40% dei casi, mentre nel 20-25% dei casi compaiono soltanto la febbre e la tumefazione dei linfonodi.
Fonte: Ministero della Salute.