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Tumori della pelle: il bilancio dei controlli all'Aquila

Il ‘metal detector’ della prevenzione, attivato dalla Asl in due giornate, ha individuato 5 lesioni sospette di tumore della pelle da asportare e, aspetto molto importante, ha promosso a pieni voti oltre la metà del campione esaminato sull’adozione di corretti stili di vita contro l’insorgenza di cancro della cute. L’ ‘istantanea’, scattata il 13 e 14 maggio scorso dall’ospedale di L’Aquila, ha dato un riscontro positivo sulla capacità dell’utenza di saper recepire e attuare le dovute precauzioni per prevenire le malattie della pelle. Su 59 persone prese in esame, tramite visite  gratuite e consegna di brochure informative, nell’ambito della campagna nazionale di prevenzione del melanoma, il reparto di dermatologia generale e oncologica dell’ospedale San Salvatore, diretto dalla prof.ssa Maria Concetta Fargnoli, ha accertato che oltre la metà del campione usa efficaci precauzioni quando espone la pelle al sole. Dallo screening è emerso infatti che 30 soggetti sui 59 visitati, proteggono sempre la propria cute dai raggi (leggi tintarella), usando schermi solari.
“E’ una percentuale piuttosto alta”, commenta la prof.ssa Fargnoli, “ed è la prova concreta che le tante campagne di prevenzione, che all’Aquila mettiamo in pratica da oltre un decennio, hanno fatto breccia nelle coscienze di molti e sono state recepite. Nel campione analizzato, composto da utenti con età media di 39 anni e con estremi tra 22 e 69, c’erano soprattutto donne, forse più attente alle regole da seguire per difendersi dall’esposizione al sole. Tra le 5 lesioni ‘scovate’ e da rimuovere con intervento chirurgico, che peraltro statisticamente sono negli standard ordinari, non vi sono casi certi di melanoma, la forma più aggressiva del cancro alla pelle. Infatti si tratta  di un basalioma, tumore  tra i meno gravi e, negli altri 4 casi, di nei atipici, la cui natura andrà accertata con l’asportazione chirurgica e l’esame istologico, già programmati per i prossimi giorni”. Dalle visite è scaturito un altro aspetto, giudicato ‘interessante’ per la prevenzione: i due terzi del campione (40 persone) aveva un numero di nei compreso tra 10 e 30. Chi ha queste caratteristiche appartiene a una fascia intermedia di rischio, a metà strada tra chi ha appena qualche neo e chi invece, avendone tra i 50 e i 100, deve  controllarsi costantemente. “Ciò significa”, aggiunge la Fargnoli, “che questi 40 soggetti, correndo un rischio di entità media, hanno colto l’occasione per farsi controllare e ciò costituisce un altro risultato positivo del nostro screening”.
Peraltro, martedì scorso 10 maggio, 3 giorni prima dell’inizio delle due  giornate di prevenzione il reparto, per far fronte alla notevole mole di richieste di visite, ha aggiunto ‘in corsa’ un secondo ambulatorio, organizzando con grande rapidità operativa e prontezza un servizio aggiuntivo e reclutando altro personale. Nei due ambulatori aperti, venerdì e sabato scorsi al San Salvatore, ha lavorato a pieno ritmo un team, coordinato dalla stessa Fargnoli, composto dai medici: Tamara Micantonio, Ambra Antonini, Sara Tambone, Guido Russo e Tea Rocco. Una ‘squadra’ che, nell’arco delle 8 ore in cui erano articolate le due giornate di prevenzione, è riuscita a compiere 59 visite  accompagnandole con la distribuzione di materiale informativo.

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