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Accessi venosi, nuovo ambulatorio ad Avezzano

Trovare subito la vena ‘giusta’ sul braccio per impiantare il catetere, senza procedere con ripetuti tentativi che provocano danni e sofferenza al paziente. All’ospedale di Avezzano, da lunedì prossimo 9 settembre, la direzione Asl, con a capo la manager facente funzione, dr.ssa Simonetta Santini, aprirà un ambulatorio dedicato a quelli che in linguaggio tecnico si chiamano ‘gli accessi venosi periferici’. Un nuovo importante servizio perché agevolerà le modalità di applicazione dei cateteri utilizzati per somministrare le terapie per le diverse malattie. In sostanza, grazie a un ecografo, l’operatore sanitario sarà in grado di individuare immediatamente sul braccio la vena più appropriata e di collegarvi il catetere che sarà così fissato in modo saldo (senza ricorrere a punti di sutura) per periodi più meno lunghi, a seconda delle necessità e del tipo di cura. L’applicazione ecoguidata del catetere sarà molto utile soprattutto per i pazienti che hanno un apparato venoso fragile a causa di caratteristiche anatomiche soggettive o perché sottoposti a terapie endovenose per lunghi periodi. L’ambulatorio, che fa capo al medico della chirurgia vascolare Gennaro Bafile, situato al secondo piano dell’ospedale, nello spazio condiviso con la senologia, si avvarrà delle infermiere Anastasia Fusco e Gabriella Celi. La nuova attività, almeno in questa fase iniziale, funzionerà due giorni a settimana, il lunedì e il giovedì dalle ore 9 alle 13.00. L’ambulatorio, il cui ambito operativo è riconducibile al dipartimento di chirurgia, diretto dal dr. Walter Di Bastiano, servirà sia ai ricoverati sia agli esterni. Nel primo caso sarà a disposizione di tutti i degenti, presenti nei diversi reparti, che hanno bisogno di sottoporsi a terapie durante la permanenza in ospedale (cure a lungo termine). Le prestazioni esterne (per le quali occorre la prenotazione al Cup) riguarderanno invece le persone che, per esempio, sono in trattamento Adi (assistenza domiciliare) o anziani e malati oncologici che devono seguire, al di fuori dell’ospedale, terapie di lungo termine che durano mesi. Più in generale il catetere può essere utilizzato per cure endovenose, parenterali o antiblastiche (tumorali). Per attivare  l’ambulatorio la direzione Asl ha dovuto formare personale specializzato in grado di praticare le specifiche procedure con guida ecografica. Gli operatori assegnati all’ambulatorio hanno seguito appositi corsi di formazione in centri specializzati che si trovano a Genova e a Napoli. L’azienda sanitaria, nei prossimi mesi, provvederà a formare altro personale per potenziare successivamente il nuovo ambulatorio al fine di offrire  prestazioni sempre più efficaci.

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